Bee Movie
Barry Benson e un giovane neolaureato dell'alveare di New Hive City, disorientato ed incerto sul proprio futuro. Gli impieghi disponibili alla Honex non lo soddisfano (e l'unica azienda di miele dove tutte le api lavorano da 27 milioni di anni senza un giorno di ferie), e decide di unirsi ai 'fuchi fichi' in una delle pericolose missioni fuori dall'alveare per la raccolta del polline. Conosce cosi Vanessa Bloome, una dolce fiorista di Manhattan che gli salva la vita e con la quale inizia a comunicare (perche le api sanno parlare, ma non lo fanno mai con gli umani). Barry scopre pero che il miele, prodotto dalla sua specie con tanto rischio e fatica, viene rubato dagli uomini, che lo rivendono in vasetti sfruttando il lavoro delle api. L'improbabile processo mosso da Barry contro l'umanita viene vinto dai piccoli insetti, e un epilogo a base di diplomazia ecologista riportera gli equilibri nel compromesso ecosistema mondiale. Il comico newyorkese Jerry Seinfeld, creatore del soggetto di Bee Movie e voce originale del protagonista, e pressoche sconosciuto all'estero ma famosissimo negli Stati Uniti, dove e stato autore ed interprete della storica sitcom al lui omonima. Corteggiato per anni da Jeffrey Katzemberg, manager della DreamWorks, Sienfeld partori l'idea a cena con Steven Spielberg, che fu entusiasta dell'espediente linguistico per cui 'Bee Movie' ha la stessa pronuncia di 'B-movie', ovvero film di serie B. Sienfeld ha ottenuto piena liberta in fase di creazione del soggetto e della sceneggiatura, inventando di sana pianta una storia tutta newyorkese (l'alveare e a Central Park: da notare la curiosa la miopia geografica degli autori originari della Grande Mela) che rovescia i punti di vista incantando lo spettatore con un'incursione nell'affascinante mondo in miniatura delle api. Il punto di vista dei piccoli e operosi abitanti dell'alveare e reso perfettamente nella battuta 'pensa apese', cioe muoviti, agisci, vola come solo un'ape sa fare. Un motto preso alla lettera dagli sceneggiatori, il cui evidente lo sforzo nel pensare apese ha prodotto una perfetta parodia della societa occidentale, sia nei dialoghi che nei continui paralleli tra nevrosi umane e manie delle api. Lo spirito dissacrante e irriverente di casa Shrek ha fatto il resto, regalando gag moderne e ciniche quanto basta, perche ormai l'hanno capito anche i bambini che il mach tra DreamWorks e Disney PIXAR porta in campo la comicita impertinente dell'una contro lo splendore estetizzante dell'altra. Vario e interessante il gioco delle citazioni che, se fatte bene, nobilitano anche il genere cartoon: l'alveare, coloratissimo e molto bambinesco, e stato immaginato dai disegnatori privo di forme spigolose e dominato dall'esagono, con una struttura all'avanguardia ed un impianto futuristico che ricordano il rigore e l'efficienza inquietante visti in The Island (2005) di Michael Bay. La fabbrica di miele degli umani, luogo mostruoso agli occhi di Barry, con le sue centinaia di celle allineate fa l'occhiolino a Matrix (1999) dei fratelli Wachowsky. Infine la condizione di Barry e dichiaratamente ispirata a Il laureato (1967) di Mike Nichols, dal quale Sienfeld ha quasi ricalcato la scena dell'ozio in piscina. Oltre al doppiaggio con Renee Zellweger e Matthew Broderick, molti gli special guest come ormai da tradizione, tra cui il celebre anchorman Larry King che fa il verso a se stesso nel Bee Larry King Show, e l'attore Ray Liotta che recita nella parte di un suo alter ego digitale affetto da manie di grandezza. Tutto questo si trova su nuovolink.com
La Ragazza del Lago
Una perla firmata CB01 nuovo sitoUna valle di montagna, una piccola comunita scossa dalla scomparsa di una bambina, un commissario burbero giunto a risolvere il caso. Hollywood ne ha sfornata un'altra delle sue. E invece no, perche la valle e in provincia di Udine, la gente si saluta col 'buongiorno' e il nostro commissario e un Toni Servillo napoletano vecchio stampo, di quelli con una classe che non se ne trovano piu in giro. La ragazza del lago, pellicola presentata alla Sessantaquattresima Mostra del Cinema di Venezia e tratta dal romanzo Lo sguardo di uno sconosciuto di Karim Fossum, e l'opera prima di Andrea Molaioli, cresciuto a torta sacher e cinema alla corte di Nanni Moretti, e un po' si vede: una regia essenziale e garbatamente piegata allo svolgimento della vicenda, tralasciando pero le emozioni dei protagonisti, ci mostra qualcosa che i registi italiani pensano di non saper fare, il cinema di genere. Molaioli ci e riuscito, sceneggiando con Sandro Petraglia un buon giallo, con l'assassino che si scopre nel finale. Perche ritrovando la bimba scomparsa, il commissario Sanzio si trova di fronte all'omicidio di una ragazza e si ferma per indagare; tutte le persone sentite sono potenzialmente sospette e, con l'aiuto di un collega residente in quelle valli, inizia un'indagine dei rapporti nella comunita prima che dei fatti, dei sentimenti prima che delle piste. Il protagonista e un poliziotto scorbutico, ma buono, saggio ed umano se pur con qualche errore, capisce che in quell'omicidio non c'e odio ma amore, e segue la scia degli affetti, sensibile a vicende strazianti toccate anche a lui. Tutti gli altri personaggi sono soprattutto femminili, brava Valeria Golino usata pero come traino pubblicitario piu che per la dimensione della parte, tanto che questa e stata definita una storia di donne sorretta da un uomo. Direi piuttosto una storia di gente comune, che soffre sentimenti terribili e comuni, ma con quel gusto tutto italiano nell'orchestrare piccole e gustose figure di contorno, che strappano un sorriso in nome della vera e giustamente celebre tradizione della nostra commedia, che sanno illuminare di giallo l'oscurita del piu anglosassone noir.